L’iscrizione tra i Patrimoni immateriali dell’Umanità dell’Unesco della pietra a secco lo scorso 28 novembre è un’occasione per riconoscere il valore sotteso alla montagna. L’immenso patrimonio dei manufatti in pietra a secco a lungo dimenticato si prende una piccola rivincita: tecniche e saperi costruttivi improntati alla vitalità, cooperazione, flessibilità, sostenibilità, sinonimo di fatica ma anche grande sinergia, in grado di garantire stabilità strutturale e aiuto alla funzione produttiva agricola. Semplici e al tempo stesso complessi, unici nella loro varietà litologica e formale ma universali e diffusi in tutto il mondo.
Qui alcune immagini dimostrative (valle Antrona e Anzasca) frutto di una complessa e unica ricerca con la quale sto documentando, finché si possono apprezzare, i terrazzamenti in tutte le Valli dell’Ossola. Immagini in altissima definizione, disponibili per enti o privati, stampabili anche in grandissimi formati su vari supporti.